Il burnout è una sindrome evitabile?

Il lavoro, anche quello quotidiano, può essere fonte di notevole stress per i collaboratori di qualsiasi livello. Per questo motivo all’interno della nostra organizzazione cerchiamo di adottare soluzioni e accorgimenti per evitare che un ordinario livello di stress si trasformi in patologie più gravi.

Da sempre in azienda affrontiamo lo stress da pressioni lavorative cercando di prevenire la fase più critica attraverso due importanti azioni:

  1. Il trasferimento di informazioni preziose sul funzionamento del cervello da un punto di vista biologico
  2. Attraverso il supporto pratico fra colleghi

I bias cognitivi

I bias cognitivi sono pregiudizi, o meglio, distorsioni che tutti noi applichiamo nell’interpretazione e nella valutazione di fatti e avvenimenti.

All’interno della nostra organizzazione riteniamo che la conoscenza dei principali bias cognitivi possa essere di fondamentale aiuto per l’autovalutazione e la gestione dei ritmi e dello svolgimento delle pratiche giornaliere.

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Capita che nei team e nelle organizzazioni stabili ci si convinca di percorrere strade più difficili soltanto perché ci si regola secondo preferenze comportamentali stabili. Decisioni che ci possono sembrare essere state prese per logica, sono in realtà espressioni di processi mentali razionali dettati da fattori diversi al fine di dare maggiore significato alla realtà di ognuno. I bias sono moltissimi e in questo contesto vogliamo dare alcuni esempi per sottolineare il nostro modo di affrontare la realtà.

Ad esempio, ai manager commerciali sottolineiamo di non cadere nella rete del bias “scorciatoie”, del bias di “conferma”, di lavorare senza pregiudizi ed essere aperti, riconoscendo il bias “dell’ancoraggio” cercando sempre di non restare in superficie. Invogliamo a riconoscere il bias “dell’euristica dell’influenza” magari se si sono convinti di trovare più clienti, li troveranno!

Ai nostri responsabili delle unità operative cerchiamo di far comprendere la necessità di non cadere nella trappola del bias “dell’escalation irrazionale” perché il modo per aggiustare il tiro si trova sempre; di evitare di trattenersi sul bias “informativo” e che dopo attente valutazioni devono agire ed essere risolutivi. Invogliamo magari, al bis “placebo” (forse il maggiormente conosciuto), perché qualche volta convincerci che un evento possa accadere realmente influenzandoci nell’atteggiamento potrà farlo realizzare veramente!

Imparare a conoscere i propri processi mentali può aiutare a non arenarsi e a superare momenti che si credono più difficili di quello che in realtà sono.

Il supporto reciproco

Fondamentale è l’organizzazione del lavoro e la divisione dei compiti. Ognuno, con specifiche mansioni assegnate, si interfaccia continuamente con uno o due colleghi di spalla così da essere sempre sostenuti in momenti di maggior carico ed aiutare in caso di necessità. Tutti si sentono interconnessi e sostenuti. Un’organizzazione più capillare e impegnativa da generare, ma che ci porta grandi benefici emotivi.

Che tu creda di farcela o non farcela, hai comunque ragione. Hanry Ford

Attraverso questi due metodi di supporto il Gruppo Lazzari crede di ottenere il risultato sperato?

Come è naturale, si può sempre fare di più e si può sempre fare meglio, ma sicuramente attraverso il confronto e lo scambio cerchiamo percorrere la strada giusta.